Rock of Ages (Usa, 2012)
Regia Adam Shankman
Los Angeles, 1987. Una ragazza di provincia di nome Sherry arriva nella Città degli Angeli in cerca di fortuna, con in tasca un sogno: diventare una cantante.
Qui incontra il giovane Drew, aspirante rock star. I due si innamorano all'istante e iniziano a lavorare insieme al Bourbon Room, locale cult della scena musicale losangelina, prossimo alla demolizione. Nel frattempo, la moglie del sindaco prepara la sua battaglia per cancellare il rock'n'roll e i suoi peccaminosi fanatici.
Le vicende della coppia si intrecciano con quelle di altri personaggi: i gestori del Bourbon, lungocriniti oppressi dai debiti, e il leggendario Stacee Jaxx, ex cantante degli Arsenal, ancora idolatrato dai fans, ma seguito da un manager senza scrupoli completamente votato al Dio Denaro.
Nato a Broadway, Rock of Ages è un musical di successo che gira i teatri di mezzo mondo dal 2006, diretto da Kristin Hanggi. Costruito intorno a pezzi del più classico rock anni '80, si ispira in particolare allo stile glam metal di alcune delle band più note.
La versione cinematografica è stata girata rispettando abbastanza fedelmente il musical originale, e si pone, usando il pretesto della storia d'amore fra teenagers, come il racconto-revival di un momento storico sia musicale che culturale.
L'epoca indimenticata dell'hair metal, in cui coesistevano lustrini, borchie e capelli lunghi, corrisponde anche a un altro modo di fare cinema, che vedeva imperare il teen-drama e trionfare l'happy end.
E' un prodotto ben costruito, considerando anche la cura nella riproduzione dei dettagli: costumi, voci, scenografie, tutto riproposto con precisione svizzera.
Le tecnologie hanno permesso di creare effetti suggestivi all'interno del film (montaggi, dissolvenze, fotografia abbagliante) che avvolgono lo spettatore regalando un'energia unica. Shankman, il regista, si era già cimentato con un altro musical, nel 2007: Hairspray, remake del musical Grasso è bello, di John Waters, assieme ad artisti del calibro di Travolta e della Pfeiffer.
Anche qui riunisce un cast ben assortito, con un Tom Cruise (Eyes wide shut, La guerra dei mondi) aka Stacee Jaxx in m-a-g-n-i-f-i-c-a forma, meritevole di un plauso per la capacità di mettersi sempre in gioco come tutti i veri attori dovrebbero fare; la coppia di giovani piccioncini è formata dal messicano Diego Boneta, alle prime esperienze sul grande schermo ma molto promettente, e la spigliata Julianne Hough (Harry Potter e la pietra filosofale, Burlesque). Un invecchiato e divertente Alec Baldwin (Caccia a ottobre rosso, The Aviator) e il poliedrico attore, cantante e conduttore radiofonico Russel Brand interpretano rispettivamente Dennis, il proprietario del Bourbon, e Lonny, suo socio.
Nei ruoli secondari, ma non di minor rilevanza, troviamo una splendente Catherine Zeta-Jones (The Terminal, Chicago) che interpreta Patricia Whitmore, la bisbetica first lady; la cantante R&B Mary J.Blige che ci sorprende piacevolmente nel ruolo minore di Justice, proprietaria di un night club, e il grande Paul Giamatti (La versione di Barney, Le idi di marzo) nelle vesti del manager di Stacee.
Nei ruoli secondari, ma non di minor rilevanza, troviamo una splendente Catherine Zeta-Jones (The Terminal, Chicago) che interpreta Patricia Whitmore, la bisbetica first lady; la cantante R&B Mary J.Blige che ci sorprende piacevolmente nel ruolo minore di Justice, proprietaria di un night club, e il grande Paul Giamatti (La versione di Barney, Le idi di marzo) nelle vesti del manager di Stacee.
Nonostante mi senta di dover sottolineare, unica nota dolente, che i due giovanissimi innamorati cantino un po' troppo alla High School Musical, riconosco a tutti gli attori, pienamente sul pezzo, la capacità di saper lavorare coralmente per delineare un film piacevolissimo.
Sono due ore veloci, senza dubbio apprezzabili dal grande pubblico, e un vero love at first sight per i cultori del genere (e qui mi ci metto) che, terminati tutti i titoli di coda, non smetteranno di cantare le hits nemmeno una volta usciti dalla sala (e nemmeno il giorno dopo o la settimana dopo).
Irrefrenabile è stato il desiderio di possedere la colonna sonora per rivivere ogni scena, e per citare solo alcuni nomi, troverete brani di Def Leppard, Guns N' Roses, Joan Jett, Twisted Sister, Foreigner, Bon Jovi, Whitesnake, Poison e Pat Benatar.
Da segnalare la scelta, di gran gusto, di inserire nel film alcuni mash-up molto riusciti, fondendo tra loro brani già noti (un esempio? Sister Christian/Just like paradise/Nothin' but a good time).
Da segnalare la scelta, di gran gusto, di inserire nel film alcuni mash-up molto riusciti, fondendo tra loro brani già noti (un esempio? Sister Christian/Just like paradise/Nothin' but a good time).
In conclusione, ho voluto scrivere la mia recensione a mente fredda, temendo che l'entusiasmo da day after potesse falsare il mio giudizio, ma a distanza di quasi due settimane, lo confermo: questo è più di un adattamento cinematografico, molto di più di un omaggio al Sunset Strip di un'epoca lontana: è passione, carica e rock, una vera botta di vita. Caldamente consigliato.